sabato 28 febbraio 2015

Addio signor Spock



Lunga vita e prosperità
Spock

A differenza di molte altre ragazzine mie coetanee che vedevano cose più specifiche per la loro età, mio padre ha sempre pensato che dovessi aprire i miei orizzonti. E quale modo migliore se non avvicinarmi alla fantascienza? Ricordo ancora i suoi racconti su Viaggio al centro della terra o Ventimila leghe sotto i mari di Jules Verne e non solo: spesso mi coinvolgeva in quel che guardava alla televisione fantasticando di essere in posti lontani anni luce per conoscere nuove civiltà. Ed è proprio qui che partono i miei ricordi sul signor Spock,

Masterchef: da Apicio a Carlo Cracco





Leggevo da qualche parte sulla rete che la semifinale di Masterchef 4, andato in onda il 26 febbraio su Sky e che ha svelato i nomi dei tre finalisti (Amelia, Nicolò e Stefano ormai conosciuti dai più, vista la notevole fama del programma) ha avuto ascolti da record: quasi 1 milione e 300 mila spettatori). Personalmente, non ho niente contro i programmi di cucina. Diciamo che è la cucina che si rivolta fisicamente contro di me,

Io sono Grey. Bene e allora?



Mentre torno serenamente alla mia modesta dimora, divorando un macaron farcito con crema parigina, per poco non inciampo. Un improbabile movimento da funambolo, degno di Philippe Petit, mi salva in extremis. Strabuzzo gli occhi, mi avvicino lentamente alla vetrina della solita cartolibreria di quartiere (facendo ben attenzione a non essere vista dalla proprietaria. Chi ha letto il mio post su Cinquanta Sfumature ne conosce il motivo!) e rimango senza parole,

venerdì 27 febbraio 2015

Michael Kors, l'uomo che capiva le donne


Lo stilista statunitense Michael Kors è indubbiamente uno tra i miei stilisti preferiti. Amo i suoi capi così femminili ed eleganti, ma anche pratici e di altissima qualità. Per quanto riguarda i prezzi, dipende, ma devo ammettere che sono per lo più piuttosto accessibili, il che di questi tempi...non può che render felici!

A letto? Solo due gocce di Chanel No. 5





Je lance ma collection le 5 mai, cinquième mois de l'année, laissons lui le numéro qu'il porte et ce numéro 5

Coco Chanel

Nella mia piuttosto lunga esistenza, non sono certo giovanissima, ho provato una miriade di fragranze, finché sono giunta anche io al profumo più celebre ed amato di tutti i tempi, Chanel No. 5.
Che dire? Che sono assuefatta da questa fragranza da circa venti anni ormai e raramente riesco ad indossare qualcos'altro?

giovedì 26 febbraio 2015

Cinquanta sfumature di grigio ovvero la sindrome delle gambe senza riposo





Circa un mese fa, mi trovavo nella mia cartolibreria di quartiere e fui attratta da una massa di libri dalla copertina grigio scuro oltre la quale la malaugurata signora che li vende sembrava letteralmente sepolta.
"Ecco, prendo queste" le dissi porgendole alcune riviste.
"Oh signora cara, mi è arrivata la ristampa...lei l'ha letto?" mi chiese iniziando a tessere lentamente la sua trappola (povera, non me ne voglia... è una brava persona!)

Ancora It Bag: Chanel 2.55 o classic flap?





Continuo la rassegna con uno dei modelli più splendidi della storia del costume creato dalla maison francese forse più celebre in assoluto: la Chanel 2.55, colei cioè (notare la personificazione della borsa, sintomo di pazzia latente o imminente?) che è il sogno di una buona parte di noi donne.
Non nego di essermi recata, un giorno di non molto tempo fa, nella boutique della mia città

It Bag ovvero le borse di culto che hanno fatto la storia: la Bagonghi di Roberta di Camerino e la Kelly di Hermès



La prima volta che ho letto questo termine sono rimasta alquanto spiazzata, ma non mi ci è voluto molto per capire di cosa si trattasse. Ebbene sì, le it bag sono quelle borse che segnano il costume di un'epoca, che entrano nell'immaginario collettivo, che accendono il desiderio di moltissime donne talvolta fino all’irragionevolezza e purtroppo costano cifre impronunciabili, ahimé!
Non mi posso certo definire una fashion blogger oppure una fashion victim e con questo non voglio dire che io sia immune da quello spietato demone che ti spinge a possedere una particolare borsa a qualunque costo, sia chiaro! Diciamo che, a parte mio marito, non ho ancora ucciso nessuno.

Audrey Hepburn e Louis Vuitton






L’American Film Institute ha inserito la Hepburn al terzo posto tra le più grandi star del cinema. Indimenticabili il fascino e l’eleganza in Colazione di Tiffany con  regia di Blake Edwards e la malinconica bellezza della principessa Anna in Vacanze romane diretto da William Wiler che le valse il premio Oscar nel 1954. In realtà, sono molteplici le sue interpretazioni degne di nota, ma in questo post non ci dilungheremo su quest’aspetto.
Nata a Bruxelles nel 1929, studiò danza e visse sotto il regime nazista durante la seconda guerra mondiale dove partecipava a spettacoli organizzati in segreto per la raccolta fondi a favore del movimento di opposizione al nazismo. Qualche anno dopo la liberazione dal regime, si trasferì dapprima in Gran Bretagna e poi negli Stati Uniti dove in breve tempo divenne una diva di fama internazionale nonché icona di stile per milioni di donne che la venerano ancora oggi. Personalmente la ricordo anche per il suo impegno umanitario come ambasciatrice dell’Unicef che le valse diversi riconoscimenti come la Medaglia Presidenziale per la Libertà conferitale dal presidente George H. W. Bush nel 1992.

Fatevi un regalo da Tiffany!





Sempre più spesso mi imbatto in donne, più o meno giovani, che posseggono o semplicemente ambiscono ad un prezioso Tiffany. Alcune di loro hanno il desiderio di ricevere un qualunque oggetto proveniente dalla famosa gioielleria newyorkese che ha vestito donne come Jaqueline Kennedy o Elizabeth Taylor, altre bramano un oggetto specifico che va particolarmente di moda, come il celeberrimo bracciale con cuore in argento sterling della collezione “Return to Tiffany”.