giovedì 26 febbraio 2015

Audrey Hepburn e Louis Vuitton






L’American Film Institute ha inserito la Hepburn al terzo posto tra le più grandi star del cinema. Indimenticabili il fascino e l’eleganza in Colazione di Tiffany con  regia di Blake Edwards e la malinconica bellezza della principessa Anna in Vacanze romane diretto da William Wiler che le valse il premio Oscar nel 1954. In realtà, sono molteplici le sue interpretazioni degne di nota, ma in questo post non ci dilungheremo su quest’aspetto.
Nata a Bruxelles nel 1929, studiò danza e visse sotto il regime nazista durante la seconda guerra mondiale dove partecipava a spettacoli organizzati in segreto per la raccolta fondi a favore del movimento di opposizione al nazismo. Qualche anno dopo la liberazione dal regime, si trasferì dapprima in Gran Bretagna e poi negli Stati Uniti dove in breve tempo divenne una diva di fama internazionale nonché icona di stile per milioni di donne che la venerano ancora oggi. Personalmente la ricordo anche per il suo impegno umanitario come ambasciatrice dell’Unicef che le valse diversi riconoscimenti come la Medaglia Presidenziale per la Libertà conferitale dal presidente George H. W. Bush nel 1992.
Ciò che colpiva nella Hepburn, oggi come allora, non era certo la sua bellezza perfetta, quanto la sua innata eleganza unita ad una forte personalità. Rispetto ad altre attrici del suo tempo decisamente più procaci come Elizabeth Taylor, Gina Lollobrigida o Brigitte Bardot, lei riuscì a diventare un’icona di stile sfidando i canoni del tempo nonostante la sua eccessiva magrezza, forse dovuta alle sofferenze fisiche e morali subite durante la guerra, (lei stessa affermò di aver patito una fame nera e di essersi talvolta nutrita di bulbi di tulipano).
Subito dopo Vacanze Romane (1953), le principali testate di moda cominciarono a seguire il suo stile soprattutto grazie alle splendide foto di scena di Augusto di Giovanni.
E’ con Colazione da Tiffany (1961) però che il suo ruolo di icona di stile si consolida. Anche se non vinse l’Oscar come attrice protagonista (che quell’anno andò a Grace Kelly), il film rimane forse il più memorabile tra quelli interpretati. Indimenticabile anche la canzone Moon River premio Oscar a Mancini/Mercer. Tra l’altro una curiosità sempre legata alla gioielleria Tiffany: il 2 ottobre 1960 aprì per la prima volta nella sua storia la domenica mattina per permettere le riprese del film.
Molte sono le donne che hanno imitato il suo stile nel corso degli anni. Il celebre tubino indossato in Colazione da Tiffany e disegnato da Givenchy (ora al Museo del costume di Madrid) è diventato un must have immancabile nel guardaroba di ogni donna come anche lo Speedy 25 Louis Vuitton, misura delle bag più famose al mondo in produzione dal 1932  creata appositamente per lei.

Per quanto mi riguarda, trovo lo Speedy Louis Vuitton una delle borse, non solo più belle ed eleganti mai create, ma anche tra le più pratiche e comode. Segnalo in particolare la variante con tracolla uscita solo da qualche anno sul mercato e che la rende ancora più pratica (adoro avere le mani libere!).



Speedy 35 Bandouliere Louis Vuitton



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