lunedì 2 marzo 2015

L'Oriana


Ma vi sono momenti, nella Vita, in cui tacere diventa una colpa e parlare diventa un obbligo. Un dovere civile, una sfida morale, un imperativo categorico al quale non ci si può sottrarre.

Oriana Fallaci, La rabbia e l’orgoglio

Non sono certo un'appassionata di fiction, solitamente cerco di evitare Don Matteo o Squadra Antimafia, ma non posso certo fare di ogni erba un fascio, poiché esistono anche produzioni altamente qualificate come Gomorra
che mi aveva tenuta letteralmente "incatenata" alla televisione.
Quando incontrai virtualmente Oriana Fallaci non ero che una studentessa liceale. Girovagavo tra le bancarelle di una fiera del libro in una località balneare di cui ho già dimenticato il nome, poiché fu una vacanza terribile. Non ero che una ragazzina magra, brufolosa e complessata con l'apparecchio ai denti. Girovagavo spesso sola aspettando chissà quale principe sbucare da chissà dove, ma sbucò solo lei: "l'Oriana". Diciamo che sognavo ben altro che leggere Inshallah quell'estate (sapete, gli ormoni dell'adolescenza!), ma fu davvero un incontro illuminante e ringrazio ancora il mio apparecchio per i denti per avermi fatto conoscere una delle donne intellettuali che più amo.

Oriana Fallaci (1929 – 2006) è stata una delle più stimate scrittrici e giornaliste italiane. Tra l'altro, la prima donna qui in Italia ad essere stata inviata al fronte come inviata speciale.
La sua passione come giornalista nasce molto presto, al punto da interrompere i suoi studi in medicina. Esordisce al Mattino dell'Italia centrale, ma poi ne viene licenziata perché rifiuta di scrivere un articolo su Palmiro Togliatti. Successivamente lavorerà per il settimanale Epoca e per L'Europeo per il quale si occupa anche di mondanità. Nel luglio 1956 Oriana Fallaci giunse per la prima volta a New York per scrivere dei divi e del mondo mondano. Dopo questa esperienza, decise di scrivere il suo primo libro, I sette peccati di Hollywood, dove racconta vari retroscena della Mecca del cinema. La prefazione fu scritta nientemeno che da Orson Welles.

Nel 1990 uscì il famoso romanzo Insciallah ambientato tra le truppe italiane inviate dall'ONU nel 1983 a Beirut e si apre con il racconto del primo duplice attentato suicida dei kamikaze islamici contro le caserme americane e francesi che causò 299 morti tra i soldati. Dopo l'uscita del libro,  la scrittrice si isolò andando a vivere a New York e successivamente scoprì di essere malata di cancro ai polmoni. Oltre ad Insciallah (1990) ricordiamo anche la commovente Lettera ad un bambino mai nato (1975), legata ad una dolorosa esperienza autobiografica che la portò a tentare il suicidio, La rabbia e l'orgoglio (2001) e Oriana Fallaci intervista Oriana Fallaci (2004) che, nella sola estate vendette 800.000 copie.

Il 16 e 17 febbraio 2015 è stata trasmessa su Rai 1 una miniserie che narra solo alcuni aspetti della vita della giornalista e scrittrice, interpretata da Vittoria Puccini con regia di Marco Turco, trattata in maniera piuttosto positiva dalla critica. La fiction si concentra sulla fasi importanti della sua vita come la Guerra del Vietnam, ma soprattutto sull'incontro, avvenuto nel 1972, con il rivoluzionario greco Alexandros Panagulis con cui instaura la relazione che più la segna per la vita. Sia la perdita in grembo del figlio di Panagulis che l'assassinio di lui la porteranno sull'orlo del suicidio. Per quanto mi riguarda, la scena che più mi emoziona, facendomi letteralmente scoppiare il cuore nel petto, è quando, durante l'intervista all'ayatollah Khomeini, si toglie il burka. Avrei voluto scrivere molto di più su Oriana, ma questo è solo un post e non un papiro.




Nessun commento:

Posta un commento