venerdì 13 marzo 2015

Macché "Cinquanta Sfumature"...ecco la vera trasgressione "condita" dagli ideali della contestazione!


Nella foto Jane Birkin e Brigitte Bardot

Quando sesso e intelligenza vanno di pari passo... (Suzie Wang)

Molte giovanissime non la ricorderanno, o meglio, la ricordano continuamente (a loro insaputa!) quando parlano della famosa borsa dei sogni di cui ho già scritto (la Birkin di Hèrmes). 
Ma chi diamine è questa Jane Birkin? Ma soprattutto che cavolo ci frega? A noi interessa solo la borsa! dirà qualcuna. Ebbene, lecita domanda, ma io confido nell'intelligenza della maggior parte di voi e, per chi volesse saperne di più...eccomi qua, c'è la vostra Suzie Wang
Ma come si fa a non spulciare nel passato e in storie tanto interessanti? Sono proprio una "gattaccia" curiosa! Altro che Cinquanta sfumature...


Jane Birkin (1946): sempre nuda, sempre osée, icona degli anni '60-'70, diventa famosa con il film Blow Up (1966) di Michelangelo Antonioni in cui compare in topless diventando subito molto popolare. In Francia, conosce sul set del film Slogan il cantante e musicista Serge Gainsbourg con cui ha una relazione che dura fino al 1980. Da questa unione nasce Charlotte Gainsbourg, che quanto a provocazioni, ha rivaleggiato con la madre (vedi il recente Nymphomaniac di Lars Von Trier).
Nel 1969 la coppia Birkin-Gainsbourg conquista la scena francese grazie alla pubblicazione della canzone Je t'aime... moi non plus, originariamente incisa da Gainsbourg assieme a Brigitte Bardot.
La canzone fece molto scandalo all'epoca a causa soprattutto dei gemiti della Birkin e del testo esplicito della canzone in riferimento ad un rapporto sessuale tra i due (bandito dalla BBC e causa di una scomunica papale al produttore!).
Negli ultimi anni Jane ha intensificato la sua attività di attrice teatrale e di cantante celebrando Gainsbourg e duettando con nomi del calibro di Brian Ferry, Manu Chao, Caetano Veloso e Paolo Conte. Non dimentichiamo, inoltre, il suo costante impegno umanitario a difesa dei più deboli in ogni parte del mondo.

Ma perché la Birkin faceva tutto questo? Per soldi? Semplicemente per apparire? No, miei cari, proprio no... Si credeva in qualcosa che non è solo il denaro o il business, si credeva nell'ideale della libertà contro ogni forma di censura del pensiero, del comportamento e della morale.
Quelli erano gli anni della contestazione, della pop art, del rock and roll, di Bob Dylan, di Woodstock...

Ma che fine volete che abbia fatto la sua famosa Birkin bag (della quale lei stessa ha sempre detto che fosse diventata più famosa di lei stessa!) che aveva riempito di collanine, fronzoli e adesivi tentando di personalizzarla un po'? L'ha messa all'asta su eBay ed il ricavato è stato devoluto per le vittime del terremoto in Giappone.

Grandissima Jane!




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